Italia, fettina di nostalgia

No importa qué tan diestro sea en el arte de las letras, Italia sigue estando muy lejos de mí. Hoy sólo quiero demostrar el cariño que siento por este pueblo de profunda tradición. Italia me ha dado tanto que no puedo más que sentir nostalgia por ella.



Una furtiva lagrima
Negli occhi suoi spunto:
Quelle festose giovani
Invidiar sembro.
Che piu cercando io vo?
Che piu cercando io vo?
M'ama! Sì, m'ama, lo vedo, lo vedo.
Un solo instante i palpiti
Del suo bel cor sentir!
I miei sospir, confondere
Per poco a' suoi sospir!
I palpiti, i palpiti sentir,
Confondere i miei coi suoi sospir
Cielo, si puo morir!
Di piu non chiedo, non chiedo.
Ah! Cielo, si puo, si puo morir,
Di piu non chiedo, non chiedo.
Si puo morir, si puo morir d'amor.

("Una furtiva lagrima", Atto II, Scena 2,
L'elisir d'amore, Donizetti. Caruso)





"Il palazzo è un orologio: le sue cifre sonore seguono il corso del sole, frecce invisibili indicano el cambio della guardia sugli spalti con uno scalpiccìo di suole chiodate, uno sbattere di calci di fucili, cui risponde lo stridere di ghiaia sotto i cingoli del carri armati tenuti in esercizio sul piazzale. Se i rumori si ripetono nell´ordine abituale, coi dovuti intervalli, puoi rassicurarti, il tuo regno non corre pericolo: per ora, per quest´ora, per questo giorno ancora.

"Sprofondato nel tuo trono, tu porti la mano all´orecchio, scosti i drappeggi del baldacchino perché non smorzino nessun sussurro, nessun´eco. Le giornate sono per te un succedersi di suoni, ora netti, ora quasi impercettibili; hai imparato a distinguerli, a valutarne la provenienza e la distanza, ne conosci la successione, sai quanto durano le pause, ogni rimbombo o scricchiolio o tintinnio che sta per raggiungere il tuo timpano tu già te lo aspetti, l´anticipi nell´immaginazione, se tarda a prodursi t´impazientisci. La tua ansia non si allenta fino a che il filo dell´udito non si riannoda, l´ordito di rumori ben noti non si rammenda nel punto in cui pareva s´aprisse una lacuna.

"Atrii, gradinate, logge, corridoi del palazzo hanno soffitti alti, a volta: ogni passo, ogni scatto di serratura, ogni starnuto echeggiano, rimbombano, si propagano orizzontalmente per un seguito di sale comunicanti, vestiboli, colonnati, porte di servizio, e verticalmente per trombe di scale, intercapedini, pozzi di luce, condutture, cappe di camini, vani di montacarichi, e tutti questi percorsi acustici convergono nella sala del trono. Nel grande lago di silenzio in cui tu galleggi sfociano fiumi d´aria mossa da vibrazioni intermittenti; tu le intercetti e le decifri, attento, assorto. Il palazzo è tutto volute, tutto lobi, è un grande orecchio in cui anatomia e architettura si scambiano nomi e funzioni: padiglioni, trombe, timpani, chiocciole, labirinti; tu sei appiattato in fondo, nella zona più interna del palazzo-orecchio, del tuo orecchio; il palazzo è l´orecchio del re."

("Un re in ascolto", Sotto il sole giaguaro, Calvino)







(E la nave va, Fellini)






(San Giorgio e il drago, Rafael Sanzio)







(24 Caprices Op. 1 for solo violin, No. 4 in C minor, Paganini. Perlman)




[2017, Viaje a Milán]

(Duomo di Milano)







("A Marechiare", Tosti. Pavarotti)







(David, Michelangelo)

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